Metti, una sera, addormentarsi sotto le stelle
In genere la prima domanda che ci fanno i nostri ospiti verte sulla possibilità e le modalità di carica
del telefonino, Ça va sans dir. Ma la seconda è questa: dormiamo in porto vero?
Non sempre, beninteso: molti, anzi, arrivano diffidando lo skipper dal tornare in porto la sera, cribbio, siamo venuti per dormire in rada. Ma lo skipper, si sa, deve accontentare tutti: più che un marinaio in crociera a volte si trova nei panni di un negoziatore. E a volte preferirebbe dover
negoziare con russi e ucraini anziché con certi clienti.
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Noi, specialisti del relax
Così mi raccontano i colleghi skipper, ma il sottoscritto, a onor del vero, si è trovato ben poche volte in situazioni disperate. Giusy ed io ce lo siamo chiesti spesso: com’è che molti ci raccontano di crociere da tregenda, con ospiti che fanno il diavolo a quattro, si impuntano su cose assurde, contestano tutto e tutti, e a noi sembra sempre di fare delle rilassantissime vacanze? Chissà. Forse ispiriamo fiducia. Forse il messaggio che passa dai nostri messaggi è “non si accettano scassaballe”. O forse abbiano solo avuto finora una gran fortuna. Fatto sta che nel 90% dei casi i nostriospiti non solo tornano con noi in crociera, ma spesso diventano anche amici con cui ci frequentiamo extra lavoro.
Rada tutta la vita
Tornando a bomba. Dove si dorme? Vi dico subito che noi, se l’equipaggio è d’accordo,
si capisce, siamo per la rada: rada tutta la vita. Naturalmente non ancoriamo “in mezzo
al mare” come teme chi si avvicina per la prima volta ad un’avventura in barca a vela.
Scegliamo delle suggestive baie, che la Sardegna ci offre in gran quantità, e le scegliamo ben ridossate, vale a dire sottovento, riparate dal vento ma soprattutto dal mare. Infatti, a meno che davanti alla nostra prua non ci sia una muraglia cinese, si dice che siamo “ridossati” intendendo più dal mare che dal vento. Un ancoraggio diventa pericoloso per le onde, più che per il vento. Il vento non è un problema, se l’ancoraggio è ben fatto, se l’ancora è ben dimensionata alla barca giusta, se il calumo (lunghezza della catena o dell’insieme cima-catena) è ben calcolato e naturalmente se il vento non è insostenibile.
E’ sempre una prima a volta
Ci è capitato durante qualche trasferimento di prenderci delle belle sventolate in rada, 40-45 nod: bè, la nostra fedelissima ancora Delta da 32 kg non si è mossa di un millimetro. Ma non sono esattamente notti rilassanti, quindi cerchiamo di evitarle ai nostri ospiti: il ventone meglio prenderlo in porto. Ma quando il vento è leggero, il ridosso è adatto, la serata è ben scelta, la rada è un’esperienza indimenticabile. È bello vedere la gioia negli sguardi di chi la vive per la prima volta, e magari era titubante e in cuor suo avrebbe optato per tornare al porticciolo. Per tanti è una prima volta, e per molti è una prima volta anche se è la seconda o la terza, perché in fondo ogni rada è diversa dall’altra. È una prima volta assaporare un buon aperitivo guardando il sole tuffarsi sotto l’orizzonte, colorando il cielo di rosso fuoco; è una prima volta godersi una cena mentre le stelle, ad una ad una, si accendono nel cielo; è una prima volta trovarsi a chiacchierare sotto voce a prua, sorseggiando un mirto ghiacciato. E non avete idea di come una serata in rada favorisca un fiorire di conversazioni sugli argomenti più svariati, dalle possibilità di vita extraterrestre all’utilità delle diete con i beveroni. Poca politica, nessuno ha voglia di litigare ed è difficile trovarsi in una crociera monocolore, specialmente con ospiti italiani. Conoscete il detto di Kipling:
“Un italiano? Un bel tipo. Due italiani? Un litigio. Tre italiani? Tre partiti politici”.
Ma per fortuna spesso abbiamo anche stranieri a bordo. Quindi si chiacchiera liberamente, ma serenamente. A volte fino a notte fonda, anche se in barca Morfeo è sempre pronto a prenderti, quando meno te lo aspetti. E quando decidi che è ora, provi il sonno del giusto, quello che nasce dalla stanchezza vera, profonda, fisica, e da una mente che riesce finalmente a staccarsi da terra e a volare nelle altissime sfere della serenità.
L’emozione del risveglio

E poi c’è la mattina. Non necessariamente l’alba, diciamo il mattino presto. C’è una cosa che noi suggeriamo sempre – perché siamo i primi a farlo – e che rapisce gli ospiti: un bel bagno appena svegli, prima di colazione. Ci è capitato di essere soli in rada, a Cala Goloritze, nel Golfo di Orosei,
oppure a Capo Ferrato, più a sud. Prima che arrivino altre barche a vela, altri motoscafi, prima che sulle spiagge si aprano gli ombrelloni, prima che la musica del solito chiringuito spezzi l’incantesimo. Solo noi, in acqua, nel silenzio. Impagabile.
Ecco, questo è dormire “in mezzo al mare”. Ma naturalmente su richiesta, o quando c’è voglia di Movida, siamo sempre pronti a dirigere in porto, anche perché ogni tanto bisogna andarci: c’è qualcosa da comprare, o c’è da fare rifornimento di carburante o di acqua, o semplicemente si ha voglia di farsi una passeggiata in paese. Ma è capitato anche di improvvisare una festa da ballo a bordo, con musica, drink e danze scatenate. Anche questa è crociera.
Tratto da nostro manuale semiserio “VELA do io la vacanza”, disponibile on line. Oppure potete scaricarlo gratuitamente iscrivendosi alla nostra newsletter con il modulo che trovate in homepage!